Hula Hoop include e raggruppa, coinvolge e condivide, propaga e genera. Progettato intorno alla comunità, si modifica in base alle necessità della comunità stessa. E’ sia contenitore di nuove e inaspettate applicazioni sia contenuto, dove è l’esperienza stessa dello spazio che serve a costruire una conoscenza condivisa sulla sostenibilità. Al suo interno lo spazio è fluido, flessibile e configurabile secondo nuove esigenze temporanee ma capace di servire ad attività e riti radicati nel contesto urbano. Hula Hoop amplifica e propaga energie e idee per la crescita e lo sviluppo della città e dei suoi abitanti: è capace di attivare le resilienze latenti generando nuove contaminazioni e insiemi. Hula Hoop cresce e si espande investendo sulla biodiversità per ridefinire l’identità dell’abitare.
Hula Hoop si inserisce all’interno del centro di Catania lavorando sulla multiscalarità. A diverse scale di intervento cerca di rispondere alle sfide a cui deve far fronte. La scala più locale riconosce la Palestra contenuta in una stanza urbana le cui pareti sono le facciate degli edifici che la circondano. In questo contesto il progetto definisce delle relazioni dirette e indirette con gli abitanti e le abitazioni della comunità. Hula Hoop trasforma Piazza Lupo lavorando su due livelli di intervento, il pavimento e il volume della stanza. Non vuole negare il ruolo radicato di parcheggio, tanto più in una zona difficilmente accessibile come quella del centro cittadino, ma a questo risponde strategicamente ponendosi come generatore di regole e principi organizzativi: è la maglia stessa dell’edificio che struttura i parcheggi, che decide di allargare la sua area di influenza dal perimetro dell’edificio a una nuova isola di approdo per pedoni e biciclette dove la pavimentazione è in terra rossa, derivante dai laterizi in facciata, dando un nuovo respiro e una nuova identità alla piazza stessa. Hula Hoop crede nella rotazione delle funzioni come motore positivo per l’uso dello spazio, per questo ai parcheggi sovrappone una serie di funzioni ludiche per ogni età capace di coinvolgere gli abitanti. Hula Hoop interviene anche sulla quinta facciata, il tetto della palestra sul quale si affacciano 163 finestre, con loro instaura una relazione basata sulla percezione e sulla vista, progettando un giardino pensile degli abitanti, un nuovo spazio in comune di cui prendersi cura. La seconda scala di intervento è quella cittadina, Piazza Lupo è una potenzialità all’interno di un sistema di policentricità esistenti che si declina in piazze, giardini, spazi pubblici e semi-pubblici che arricchiscono la città di pause all’interno del tessuto compatto. Così Piazza Bellini, piazza Università, piazza Duomo, Palazzo Platamone e Palazzo Manganelli si articolano e disegnano la città generando un’alta densità di funzioni culturali alle quali si aggiunge Hula Hoop, intersezione tra cultura, lavoro e abitare. Partendo da questo presupposto Hula Hoop si candida a essere primo edificio LEED in Sicilia, e nuovo incipit dell’economia digitale auspicata da Confindustria e dalle amministrazioni locali e regionali capace di trainare la Sicilia e il Sud-Est verso il 2020.
Hula Hoop si inserisce nel tessuto urbano riproponendo alla scala dell’edificio la stanza come eccezione all’interno di un contesto uniforme. Se alla scala della città il costruito può essere inteso come materiale continuo dove le eccezioni sono le piazze e i giardini, Hula Hoop ribalta la percezione e usa una dimensione più privata come eccezionale situandola sul perimetro di uno spazio libero principale, lasciando invece alla copertura, il compito di stabilire un nuovo rapporto tra edificio e stanza urbana. Al piano terra le stanze definiscono la relazione tra interno e esterno, non sono una divisione dello spazio centrale, lasciato invece libero, ma hanno una propria individualità da mostrare all’esterno. Qui si trovano la sala di registrazione isolata acusticamente; l’officina del fablab con uno specifico impianto di aspirazione dei fumi che garantisce un luogo salubre di lavoro; uno storage dove le attrezzature flessibili per l’interno o per i campi sportivi sono contenute; i bagni con gli spogliatoi per gli utenti dell’edificio e anche come servizio per chi decide di utilizzare mobilità alternative all’automobile. L’unica stanza interna è quella esistente dei locali tecnici a cui si affianca la cucina per cene o pranzi comunitari. Tra le stanze troviamo anche le risalite per il giardino pensile. Hula Hoop promuove la bellezza intervenendo sul tetto in cemento esistente, finora retro irrisolto per la comunità, trasformandolo in un nuovo spazio che richiama la tradizione barocca e si relaziona alla natura con un sistema di cerchi sospesi e reti che definiscono stanze aperte per funzioni ludiche e formative. Da qui l’obiettivo di utilizzare la biodiversità vegetale e animale e il riciclo delle acque come temi cardine. Ogni cilindro è parte di un percorso conoscitivo: la voliera aperta ospita uccelli migratori mentre le diverse specie di piante e fiori crescono sul terreno e in vaso; la vasca di raccolta delle acque piovane, affiancata a quella di depurazione, garantisce all’edificio il fabbisogno necessario di acqua mentre l’orto cittadino affida ai richiedenti una porzione da poter coltivare. Hula Hoop promuove la gestione diretta da parte degli abitanti: la sostenibilità, infatti, prima di essere professata va praticata quotidianamente e Hula Hoop vuole essere partecipe in questo processo educativo.
Hula Hoop ricuce e instaura relazioni tra lo spazio e la comunità ma si occupa anche di creare un terreno comune per vari interessi della comunità stessa come cultura, tecnologia, sviluppo, lavoro. Coinvolge la comunità nella definizione di uno spazio a servizio degli abitanti, credendo nel processo partecipativo come base per la trasformazione dell’esistente. La configurazione dello spazio principale interno segue le necessità legate alla definizione di un calendario di eventi e alla gestione dello spazio stesso da parte degli abitanti; anche la piazza trova negli abitanti l’equilibrio funzionale tra parcheggio e parco ludico capendone tempi, rotazioni e usi. Il parcheggio può attivarsi e disattivarsi parzialmente scoprendo il campo da bocce o i campetti multifunzionali usabili nelle ore di ginnastica delle scuole del quartiere. Allo stesso modo anche il giardino pensile è affidato agli abitanti che nel prendersene cura lo modificheranno secondo esigenze più o meno temporanee capaci di adattarsi e modificarsi nel tempo. Dall’appropriazione di uno spazio nasce l’idea di identità e di riconoscimento degli abitanti negli spazi: questo rende il progetto flessibile e adattabile, aperto alle necessità dei diversi attori pubblici e privati e capace di trasformare lo spazio esistente in uno spazio di relazioni e flussi. Ma le relazioni e i flussi sono qualcosa di dinamico e per definizione attraversano, contaminano e cambiano la dimensione del locale. Per definire il contesto nel quale il progetto si inserisce quindi non basta il distretto, il tessuto cittadino, ma bisogna far riferimento a una serie di flussi di persone, capitali e intelligenze relative a una scala globale che Hula Hoop ha il compito di catalizzare e di reinvestire in una dimensione locale. Il riferimento è alle start-up, alle nuove imprese che investono sul digitale per allargare prospettive, al co-working come nuova filosofia del lavoro, per fare rete servono spazi comuni e condivisi. Le aspettative sulla creazione di un ecosistema che metta in rete i diversi attori coinvolti nell’economia della conoscenza (start up innovative , centri di ricerca, università, istituzioni locali e imprese) sono alte e rispecchiano la veloce crescita di start-up in Sicilia, dal 2014 le imprese sono passate da 80 a 244 (Febbraio 2016): questo aumenta la necessità di spazi di relazione come Hula Hoop.
Hula Hoop crede nell’inclusione, nell’intersezione e nella sovrapposizione. La superficie interna dell’edificio esistente viene liberata da divisioni spaziali che seguono segni e funzioni passate, lo spazio ha bisogno di essere ridefinito secondo regole la cui definizione ruota intorno a un processo partecipativo con la comunità. Hula Hoop struttura lo spazio rispecchiandone la flessibilità e la temporaneità delle funzioni che ospiterà, intervenendo sull’esistente con due strategie che definiscono un rapporto permeabile e inclusivo con la città stessa. La prima strategia libera edificio esistente dai tamponamenti in muratura sostituiti invece da ampie vetrate che trasformano la percezione dello spazio e lo rendono più permeabile anche visivamente alla contaminazione con la comunità. Lo spazio viene gestito con una pianta libera dove gli allestimenti temporanei si sovrappongono e si intrecciano seguendo come principio comune una serie di dispositivi capaci di declinare infinita possibilità di uso e di movimento. Questo principio deriva dalla definizione stessa di co-working che prevede di poter svolgere diverse attività in contemporanea in uno stesso spazio: è la presenza di tecnologie minime che ci permettono di immaginare Hula Hoop come uno spazio mai uguale, dove le persone, le idee e le energie si sviluppano e crescono. I dispositivi disegnano cerchi, aree di influenza invisibili fisicamente nello spazio, ma se lo fossero rappresenterebbero onde di propagazione dell’energia, di segnali e di suoni. Tra gli altri ci sono prese elettriche e prese lan ogni 5 metri lungo entrambi gli assi; router wi-fi capaci di coprire anche parte della piazza; proiettori e teli di proiezione su tutto il perimetro per presentazioni e video-conferenze. Questo permette di posizionare una scrivania, un insieme di sedie o dei tappetini per lo yoga ovunque e se necessario nello storage si potranno trovare dei pannelli divisori per incontri più riservati. La seconda strategia crea fisicamente quella compenetrazione auspicata tra pubblico e privato localizzando sei stanze al di fuori del perimetro: le stanze sono sia destinate ad attività specifiche sia servizi per la comunità di utenti. Una superficie metallica poi avvolge con leggerezza il piano terra, definendo con la sua geometria nuovi spazi di intermediazione con l’esterno ma garantendo anche il comfort necessario all’interno.
Un manifesto in 10 punti. Primo: Hula Hoop si relaziona al contesto. Non solo urbano, ma anche teorico. Le realtà urbane diventano oggi nodi in reti di flussi (di persone, merci, informazioni). Parafrasando Hall le città si innovano seguendo rapporti di forza: storicamente cultura/conoscenza; tecnologia/produzione; oggi cultura/tecnologia. La fase odierna, largamente teorizzata come economia della conoscenza, vede nella conoscenza una forza motrice, e nel rapporto globale/locale un attivatore: le città sono terreno fertile quando vicinanza e presenza congiunta degli attori creano scambi a scale diverse. In luoghi come questi le idee fluiscono più liberamente e si attuano più rapidamente perchè gli innovatori (classe creativa), gli esecutori (amministrazioni sensibili e lungimiranti) e i finanziatori (capitale privato) sono in costante contatto. I luoghi della conoscenza non sono solo istituzionali, sono strutture leggere capaci di connettere fisicamente le persone, a stretto contatto con la comunità: Hula Hoop è un programma partecipativo (secondo). La comunità è partecipe, coinvolta e responsabilizzata. Terzo: Hula Hoop crede nella temporalità, la ricchezza di richieste e usi viene gestita usando una sovrapposizione sia in termini di contemporaneità, sia in termini di rotazione nell’arco della giornata, della settimana, mensile o stagionale. Le esigenze cambiano e la flessibilità sta nell’adattamento, questo avviene fisicamente grazie all’uso di una rete strutturante di diversi dispositivi disposti in una pianta libera (quarto). Hula Hoop è contenitore: di nuove forme di lavoro, accelerandone i processi (quinto); di funzioni comunitarie, dove la cura genera appartenenza e delinea nuove identità (sesto); di nuovi sistemi produttivi, dove le nuove tecnologie si integrano con l’artigianato radicato e locale, il distretto, innovandolo nei processi, dando spazio ai makers, direbbe Micelli (settimo). Ottavo: Hula Hoop è permeabile e poroso, instaura nuove gerarchie con la piazza, rispondendo al ruolo sociale di spazio pubblico come luogo di incontro, ricreativo, e ludico della città. Hula Hoop è contenuto (nono) strumento di conoscenza collettiva per un approccio sostenibile. Infine il decimo riguarda una visione futura: Hula Hoop, modello di successo è replicabile in comunità che affrontano sfide simili e in questa direzione va una possibile certificazione LEED.