MENU

/pe·da·gò·gi·co/ Breviario dell’abitare cooperativo

BA-TS1TZL

La strategia d'intervento si basa sulla simultanea lettura delle quattro aree di concorso,al fine di improntare una mappa di orientamento progettuale basata sulla formulazione di principi a cui può ispirarsi la casa cooperativa per l'uomo del futuro,l'uomo partecipativo.
Si identificata una filologia di processi considerati critici per la diffusione della cultura dell'abitare cooperativo:diffidenza verso modelli coabitativi,crisi del concetto di comunità,crisi del concetto di abitare.
Il progetto risponde a queste criticità attraverso principi di intervento: la rete (rete), la porta aperta (osmosi),la sussidiarietà (panarchia),l'adattabilità (non finito).
Si definiscono poi dei dispositivi,dedotti dal confronto progettuale con le aree di concorso,atti al perseguimento di tali principi.



Tavole



G00 - Immagini generali



T01 - Inserimento urbano

Il raggruppamento è costituito da collettivi e gruppi di progettazione provenienti da diverse realtà italiane. Nato con l'intento di indagare i significati di abitare, opera attraverso un network di giovani professionisti che praticano modalità di progettazione creativa collettiva, ludica e investigativa.

Ad AAA2016 viene proposto un lavoro basato sulla simultanea lettura delle quattro aree di concorso, al fine di individuare riflessioni con le quali improntare una mappa di orientamento progettuale basato sulla formulazione di principi a cui si può ispirare la casa cooperativa per l'uomo del futuro, l' "uomo partecipativo".

Viene identificata una filologia di processi che possono essere considerati critici per la diffusione della cultura dell'abitare cooperativo: diffidenza verso i modelli coabitativi; crisi del concetto di comunità, crisi del concetto di abitare (TAV. 1). Attraverso uno schema ad algoritmi vengono indicate delle risposte alle quali i progetti si ispirano.

Esse si manifestano in forma di principi: il principio della rete (RETE), il principio della porta aperta (OSMOSI), il principio della sussidiarietà (PANARCHIA), il principio della misura o dell'adattabilità (NON FINITO), per poi indicare dei dispositivi, dedotti dal confronto progettuale con le aree di concorso atti al perseguimento di tali principi.

L'area di concorso a Bari è un'area in transizione tra città e campagna, e su di essa grava una doppia polarità: il presente rurale e la futura connotazione urbana.

Il progetto alla scala della città si propone come elemento di raccordo che facilita l'integrazione tra funzioni e processi virtuali e reali (NETWORK DI PROSSIMITÀ).

La disposizione del nuovo sistema abitativo è ibrida, collocandosi tra un piano di urbanizzazione netta (T1) e una condizione rurale presente (T0), gli elementi del presente agricolo determinano la disposizione spaziale, mentre i collegamenti si adattano per giustapposizione alla matrice agraria esistente (IBRIDAZIONE).

Ogni componente funziona in sinergia con il tutto e contemporaneamente mantiene un grado di autonomia e di identificazione (CITTÀ ALVEOLARE). Gli edifici determinano lo spazio connettivo.

Esso ha una definizione “a bassa risoluzione” che può cambiare funzione nel tempo e all'occorrenza (LO-FI URBANISM).



G01 - Inserimento urbano



T02 - Funzioni

Nel master plan (TAVOLA 2) vengono proposti dispositivi che permettono di declinare i principi generali. I dispositivi organizzano i processi e le forme urbane e architettoniche, operando una strategia di sintesi dei vari aspetti dell'abitare individuale e collettivo.

BACHECA E SPAZI PER LO SCAMBIO: sono gli spazi fisici o virtuali nei quali possono essere offerti o richiesti beni economici o relazionali (beni di scambio culturale, solidale, sociale e di baratto). Nella bacheca possono essere organizzati incontri pubblici, eventi, corsi di formazione, poiché la bacheca è uno spazio per l'espressione politica e civica, per la partecipazione e la cooperazione.

LABORATORI SOCIALI: sono gli opifici collettivi, luoghi dove si può esprimere la creatività individuale e collettiva, spazi dedicati all'auto-costruzione e all'interazione tra competenze diversificate. Sono luoghi di trasmissione del sapere anche pratico. Sono spazi per la condivisione di attrezzature, per l'acquisto collettivo di beni e servizi, per la generazione di economie di scala.

CASA DELLA COLLETTIVITÀ: è il luogo dell'estensione fisica e funzionale della casa dell'individuo o del nucleo familiare in senso collettivo. Ogni spazio dell'abitazione viene replicato per accogliere funzioni da svolgere in forma condivisa: es. la cucina collettiva può diventare laboratorio per la trasformazione di prodotti agricoli dell'agricoltura sociale (orti, oliveti e frutteti sociali) o può essere usata per preparare convivi collettivi e feste di vicinato.

ORTI COLLETTIVI, FRUTTETI E OLIVETE SOCIALI, SERRE SOLARI: sono spazi agro-produttivi, dove si praticano le diverse forme di agricoltura sociale improntate alla cooperazione eco-civica e basate su processi di retro-innovazione. Tali spazi hanno lo scopo di recuperare forme di lavoro comunitario tipiche dei ritmi della vita di campagna. Attraverso essi viene approfondita la conoscenza dei cicli della natura e della produzione agro-alimentare (cura dell'olivo, raccolta, frangitura, condivisione dei risultati).

SPAZI LUDICI: aree per il gioco organizzato e libero, per il movimento, per l'educazione e l'acquisizione di competenze chiave di cittadinanza, per la crescita interiore e spirituale.

CICLI DI COMPOSTAGGIO, FITO-DEPURAZIONE E PRODUZIONE ENERGETICA: aree per la chiusura dei cicli di scambio di energia e materia con l'ambiente.



G02 - Funzioni



T03 - Relazioni

La proposta progettuale per Bari impiega la strategia dell'integrazione per sovrascrizione dell'identità presente e futura dell'area di concorso. Il progetto propone una forma ibrida di città in uno scenario di "ruralizzazione urbana" nella quale giocano un ruolo chiave tre questioni aperte per l'intera città di Bari, per le aree periferiche e per il quartiere di San Giorgio: in futuro quale sarà il rapporto tra la città e la rete globale? Quali saranno le relazioni tra la periferia e il territorio agricolo? Quale ruolo avranno le nuove centralità di quartiere?
Il tentativo di indicare delle possibili risposte porta ad assegnare al progetto significati ideologici operando per una estensione o proiezione di un segnale che racconta l'idea di una città futuribile/ futuro-plausibile, verso l'organismo urbano esistente e verso le sue future evoluzioni.
Per tale motivo sono individuati mezzi progettuali che assumono l'identità di oggetti fisici ovvero di processi. Gli spazi pubblici e collettivi sono predisposti ad accogliere ed integrare le pratiche di buon vicinato per facilitare la socializzazione, la partecipazione, lo scambio e la condivisione. Ogni spazio pubblico non è solo spazio di connessione ma anche luogo potenziale dell’accadimento sociale (VICINATO AMICO). Il nuovo sistema urbano mette a disposizione spazi e funzioni innovative (scala della città), spazi per la produzione che non trovano collocazione nella città (scala di quartiere), spazi per l’autoproduzione energetica, alimentare, creativa, civica (scala vicinato) (OPIFICIO DI IDEE). Il progetto è pensato come un insieme di contenitori fisici e processuali interagenti, ogni recinto concorre nel formare un organismo urbano integrato (RECINTO APERTO). In ogni spazio del progetto si proiettano virtualmente e fisicamente le attività che avvengono negli edifici. Lo spazio, definito a bassa risoluzione, è mutabile e programmabile, ogni luogo è adattabile ad ogni variazione nel tempo della struttura sociale (CITTÀ ADATTABILE).
Il progetto propone una lettura integrata di alcuni fenomeni plausibili contemplati nel predisporre l'area all'accoglienza della nuova comunità cooperativa. Attraverso tali fenomeni è possibile esemplificare la complessa rete di interazioni che si generano tra le componenti del progetto e le ciclicità che possono essere messe in funzione dal sistema urbano proposto (TAVOLA 3).



G03 - Relazioni



T04 - Interni

Per il principio della rete le funzioni dell'unità abitativa possono essere ripartite tra spazi privati/intimi e spazi condivisi/coabitativi: ad esempio una cucina può essere condivisa da più unità e contemporaneamente più spazi condivisi (lavanderia, biblioteca comunitaria, orti condivisi) possono servire l'unità abitativa singola (TRANS-ABITAZIONE, ovvero abitare tra spazi intimi e spazi condivisi).

Per il principio della porta aperta: l'unità abitativa è in continuo scambio con l'edificio, gli spazi condivisi e lo spazio pubblico. Al suo interno esiste sempre uno spazio intermedio che si pone da tramite tra la polarità dei luoghi della condivisione comunitaria e la polarità dello spazio dell'intimità del singolo abitante o del nucleo familiare (SPAZIO MERIDIANO: ovvero lo spazio che congiunge il luogo dell'individualità -polo 1- a quello della collettività -polo 2-).

Per il principio della sussidiarietà, ogni unità abitativa è concepita come un insieme di cellule (UNITÀ CELLULARI: cellula = 3x3 m), ogni cellula è autonoma e complementare. L'unità abitativa ha in dotazione una cellula di servizi (bagno+cucina) che costituisce il nucleo. Ad essa possono essere aggregate, in vario modo, altre cellule funzionali (camera doppia e singola, soggiorno, workspace, terrazza) a comporre diverse tipologie di residenza (a torre, in linea, a ballatoio, a schiera, a patio). Più unità possono costituire un aggregato che condivide spazi abitativi, esse rimangono separate ma in sinergia tra loro. Una unità può nel tempo avere delle scissioni e ridursi in due o più parti funzionalmente autonome.

Per il principio della misura o dell'adattabilità, l'unità abitativa è concepita in una forma non completamente determinata (CASA ESTENDIBILE). Ogni unità è predisposta con una dotazione minima di alta qualità e con spazi di estensione che all'occorrenza possono essere inviluppati nell'unità abitativa. Ogni unità ha la massima flessibilità nello spazio e nel tempo e può adattarsi alle funzioni e alle dimensioni più utili all'individuo o al nucleo famigliare. Ogni estensione comporta l'aumento di valore dell'unità, se l'estensione è eseguita dal proprietario o affittuario questa comporta un riconoscimento economico (riduzione del canone o dell'affitto per un certo periodo).



G04 - Interni



T05 - Conclusioni

Un importante concept progettuale che permea l’intera concezione è quello di OSMOSI DEGLI SPAZI. Si esplica in un graduale passaggio e scambio tra pubblico e privato tramite dispositivi progettuali filtro versatili che, attraverso l’ estrema adattabilità, permettono di ricreare una percezione soggettiva degli spazi fruiti, in funzione alla personale necessità di privacy. L’approccio osmotico consente grande versatilità delle realtà permettendo allo sviluppo del network di adattare gli spazi in funzione degli usi necessari.
I dispositivi filtro si attivano a scala urbana: nei processi di fruizione, cura, e produttività dello spazio agricolo; a scala di quartiere: ad es. con il sistema dei recinti temporanei; a scala abitativa: con la versatilità delle volumetrie interne a disposizione dell’esigenze degli abitanti.

A scala territoriale il passaggio osmotico si traduce attraverso il lavoro collettivo o individuale e l’offerta di servizi e relativi spazi adibiti. Si declinano in varie forme a seconda che si tratti di pertinenza legata strettamente all’oliveta, da cui attraverso i passaggi osmotici di lavorazione si ottiene il prodotto finito; che a scala urbana, attivando un polo di offerta attrattiva che permette lo scambio attivo con il sistema della città.

Nel progetto sono stati identificati dei dispositivi ludico- paesaggisti, recinti realizzati con sfalci di potatura, che consentono il salto di scala osmotico a livello di quartiere. Ciò avviene poiché sono realizzati con prodotti del lavoro collettivo sull’oliveta ma permettono una fruizione intima. Dispositivi che avvicinano gradualmente alla scala abitativa anch'essa permeata dallo sesso concept.
Anche la strada, sviluppata secondo il principio del non-finito, è stata concepita seguendo gli stessi criteri di permeabilità: è previsto il dimensionamento carrabile, ma l’uso dello spazio è aperto a molteplici forme di appropriazione, in base alle necessità della comunità cooperativa, che può usufruire degli spazi a percorrenza automobilistica estendendo la scala di quartiere alla realtà stradale o creando un dispositivo di raccordo col paesaggio agrario.