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Rogoredo Opera Aperta


Inserendosi in un contesto mutevole e di futuro sviluppo, come suggerito dagli scenari del nuovo PGT e dalle potenzialità dell’area, il progetto si prefigge l’obiettivo di creare spazi e relazioni che abbiano un valore sia immediato che durevole.
Ragionando contemporaneamente a differenti scale e includendo relazioni sia con l’immediato intorno che con la città metropolitana, il progetto cerca una dimensione urbana attraverso una sequenza di spazi diversi per carattere e dimensioni, ma tra loro legati come in una successione di stanze.
La dimensione pubblica e collettiva non si esaurisce però negli spazi aperti penetrando, con differenti sfumature, all’interno degli edifici nel tentativo di ridefinire le relazioni tra condiviso e privato.



G00 - Manifesto



T01 - Urbanità

La strategia del progetto si basa sulla coesistenza di un pieno urbano denso e fortemente legato al suo immediato contesto e su un vuoto verde, che si pone come tassello baricentrico nella messa a sistema del verde lineare tra la stazione di Rogoredo e parco Alessandrini.
Il nuovo sistema urbano, definito da un gruppo di edifici in stretta relazione tra loro, da un lato si apre alla città ed invita all’accesso e dall'altro affianca e copre la ferrovia senza però pregiudicare una futura apertura su quel fronte grazie ad un sistema di accessi secondari e spazi di servizio.
Il carattere denso e l’articolazione degli edifici si prefigge l’obiettivo di reintrodurre il concetto di prossimità come valore positivo ed elemento basilare della vita urbana e si articola come un sistema concatenato di stanze urbane dal diverso carattere:
-Il brolo è la prima da nord, é posizionato a completamento della corte esistente, è caratterizzato da una geometria irregolare e gode di un’atmosfera più intima e naturale.
-La corte, posta al centro e delimitata da quattro edifici, rappresenta il cuore della vita collettiva con spazi minerali e a prato protetti dalla strada.
-La piazza si trova in posizione baricentrica, nel punto di contatto tra la parte edificata e quella destinata a parco. Questa è definita dall’unica preesistenza, un piccolo manufatto riconvertito ad uso pubblico, e dalla presenza dell’elemento più alto del progetto che si pone in relazione sia con l’asse stradale e visivo che conduce alla fermata della M3 Porto di Mare, che con il parco.
Quest’ultimo è definito da un grande spazio centrale libero facilmente adattabile a diversi usi, sul cui intorno si innestano una serie di attrezzature e spazi di servizio verde. A sud del parco un unico elemento puntuale si pone come punto di aggregazione e presidio dell’area.
L’intero intervento vuole essere la prima opera di un processo di modificazione dell’area. Come la parte a nord del progetto instaura un forte legame ed una suggestiva visione di rigenerazione che mescoli spazi produttivi e abitativi, così il parco a sud si offre come affaccio sia al lotto vuoto prospicente che al complesso situato a sud dell’area e, dunque, più in generale, come elemento di unione fra i futuri sviluppi del quartiere, in analogia con altri casi nella città.



G01 - Urbanità



T02 - Città pubblica/privata

Il progetto interseca tra di loro due strategie parallele e complementari conciliando la dimensione intima del sentirsi a casa con quella dinamica della vita in città. Il nuovo insediamento vuole essere totalmente permeabile offrendo spazi pubblici e di aggregazione, senza perdere l’idea di comunità per i suoi abitanti: l’organizzazione volumetrica si caratterizza per un tessuto poroso fatto di edifici singoli giustapposti tra loro che collaborano nell’articolazione di spazi urbani.

Dal punto di vista organizzativo il progetto si fonda su un programma che risponde alle esigenze della città e dell'abitare cooperativo, che è basato su due sfere di pertinenza, collettiva e pubblica, e che è così articolato:
-spazi collettivi di piccole, medie e grandi dimensioni, dai 20 ai 90 mq a disposizione dell’abitare cooperativo;
-servizi a disposizione del quartiere e della città tra cui commercio, spazi di lavoro, atelier e il centro culturale (nel padiglione esistente).

Gli spazi collettivi sono ad uso esclusivo e libero degli abitanti, ma, laddove questi siano collocati al piano terra possono essere "aperti" alla fruizione di persone dai quartieri vicini (sale workshop, fab-lab) incentivando la convivialità e creando un punto di contatto con la città.

La concezione dei piani terra si basa quindi su una massimizzazione della fruizione pubblica attraverso spazi per attività commerciali, lavorative, leisure e aperte anche all’area limitrofa. In questo modo viene ripensata la dimensione collettiva: se di solito le attività comuni sono posizionate unicamente ai piani terra, qui si crea una costellazione di luoghi di servizio e di relazione dislocati nell'intera area. Sarà possibile, ad esempio, fare yoga nell’edificio prospiciente la propria abitazione e bere un caffè nella terrazza al piano inferiore.

Per permettere tutto ciò la struttura dell'edificio si basa su una geometria semplice e modulare che riprende il carattere dell'area industriale circostante e favorisce l'accomodazione di usi e funzioni diverse ai piani senza comprometterne una futura ridefinizione funzionale.
Questo “network” di condivisione, insieme all’apertura urbana dell'area, trova terreno fertile per un intenso e diversificato utilizzo del suolo che ne amplifichi il suo valore come luogo di connessione, sicuro e ricco di relazioni, anche spontanee ed involontarie: urbano.



G02 - Città pubblica/privata



T03 - Abitare

L'insediamento si struttura come un insieme coeso di tipi edilizi diversi, volto a creare una forte mescolanza non solo funzionale ma anche sociale.
La ricerca spaziale vuole superare la logica esclusivamente dimensionale dando priorità alla qualità del vivere piuttosto che ad un mero calcolo quantitativo delle superfici.
A tal fine tre tipologie concorrono nell’articolazione della proposta abitativa:
- I “punti” si caratterizzano per un'articolazione gerarchica degli spazi notte e giorno.Una grande loggia catalizza la scena abitativa proponendosi come momento di mediazione fra gli ambienti più intimi del vivere e gli spazi aperti circostanti.
- Le “stecche”, posizionandosi sul margine est, si comportano da diaframma con la ferrovia e instaurano una una forte relazione con il fronte urbano. Sono definite da un sistema di balconate continuo su entrambi i lati, con profondità diverse ad enfatizzarne la dimensione orizzontale. Al loro interno si cela un passo strutturale regolare che accoglie sia grandi unità pensate per studenti, sia ambienti composti da un sistema di stanze flessibili.
- I “patii”, che sono oggetto dell'approfondimento abitativo, nascono invece dalla suggestione delle case a ringhiera milanesi e da alcuni esempi illustri come casa Rustici di Terragni e l’Edificio per abitazioni in via F. Sforza 15 di Ghidini e Mozzoni. Lo sviluppo di queste tipologie è stato affrontato ponendosi la seguente domanda: è possibile oggi mettere insieme, in modo sostenibile ed accessibile, quella generosità e successione spaziale tipica di alcuni appartamenti borghesi degli anni ‘50 e quel ricco insieme di relazioni sociali proprio delle realtà operaie al fine di rimodulare le relazioni tra privato e condiviso?
La proposta è un semplice modulo strutturale che accoglie diverse soluzioni tra cui sistemi di stanze e di appartamenti che condividono uno o più spazi collettivi e nel cui cuore c’è uno spazio centrale pensato per la convivialità, che si affaccia completamente sulla terrazza-patio creando al suo interno un micro mondo fatto di privacy e condivisione.
A livello complessivo l'intervento si cimenta nella creazione di una solida struttura che possa accogliere all’interno diverse forme del vivere, in cui, parafrasando Robert Venturi, a prevalere non sia la chiarità di significato ma la ricchezza di significato.



G03 - Abitare



Costi di costruzione

L’analisi condotta va inserita all’interno di un contesto molto dinamico come quello della città di Milano. Si riscontra in parallelo, un forte e radicato trend di crescita del prezzo medio delle abitazioni (sia nuove che usate) ed una intensa attività edilizia, queste spinte da una forte volontà politica di incentivare e promuovere la costruzione di alloggi a prezzo di mercato e a prezzo convenzionato. VALORE EDILIZIA RESIDENZIALE - 2300 €/mq Il valore indicato in 2300 €/mq per le quantità di edilizia residenziale convenzionata e per quelle di edilizia residenziale a canone di locazione convenzionato, è stato ricavato da un’analisi sintetico-comparativa e parametrica. Il valore al metro quadro, è stato dedotto per analogia, dalla comparazione di interventi simili o di simile entità. I casi presi a riferimento sono: Quid Quintiliano District, Cenni di cambiamento, Borgo sostenibile quartiere Figino, Urbana new building ed infine si è trovato un prezzo medio di edilizia convenzionata dal Comune di Milano. Il valore scelto perciò è il risultato di una media matematica di valori relativi ad interventi similari. VALORE EDILIZIA NON RESIDENZIALE - 2700€/mq Per quanto riguarda invece il valore relativo alle quantità di edilizia non residenziale, si è deciso di incrementare il valore relativo all’edilizia residenziale, sopra descritto, di circa il 15%. Questa scelta viene motivata tenendo in considerazione la maggiore incidenza sui costi degli aspetti impiantistici, soprattutto quelli legati agli esercizi commerciali come bar, ristorante e bistrot. Un ulteriore incremento del costo al metro quadro è determinato dalla maggiore percentuale di superfici vetrate ai piani terra, nei quali vengono “installati” i suddetti esercizi commerciali. VALORE EDILIZIA NON RESIDENZIALE - 220€/mq Il valore al metro quadro dello spazio a verde attrezzato viene determinato sempre da un’analisi comparativa. Si individua un valore di 220 €/mq, risultato da una proporzione su valori medi relativi alla pavimentazione pari a 350 €/mq ed alla superficie verde permeabile pari a 200 €/mq. I due valori, proporzionati alle quantità da noi previste nel progetto, portano ad un valore di 220 €/mq.



Elaborati grafici