La qualità dell’abitare, e con essa la qualità del vivere, è uno dei grandi temi progettuali che l’architettura oggi dovrebbe affrontare. Le forme insediative, i tipi edilizi e le loro aggregazioni sono in grado di definire i modi della convivenza: capire le relazioni e i valori che hanno plasmato i contesti è quindi di primaria importanza per mettere in atto delle pratiche di trasformazione dei luoghi. L’intervento della città porosa prende forma a partire da queste considerazioni, scavando nel passato e recuperando i precetti degli insediamenti rurali veneti, nell’ottica di realizzare un ambito di città caratterizzato da un rafforzamento delle relazioni di prossimità e da un ritorno a una dimensione umana, alla misura e all’appropriatezza.
Nella morfologia tradizionale veneta, la corte si configura come una struttura rurale ambivalente, abitativa e produttiva al tempo stesso, caratterizzata da un cortile mai completamente delimitato da fabbricati. In Veneto, infatti, le corti non erano quasi mai chiuse, come invece nel caso delle cascine lombarde e piemontesi, ma solitamente erano contraddistinte da edifici a volumi separati o giustapposti che realizzavano un ambito di città, un habitat, con una certa indipendenza e autosufficienza economica, ma sempre aperto alla comunità. Così, recuperando le forme tradizionali del territorio veneto, il progetto della città porosa si concretizza inserendosi in modo silenzioso nel contesto padovano andando a realizzare degli spazi pubblici dal carattere domestico. Gli edifici che si attestano sui margini del lotto si interrompono e si ruotano per accogliere al loro interno la comunità e il quartiere. In particolare, quello che si attesta sulla via Adriatica fa da filtro all’intero sistema: da un lato, attraverso le interruzioni del suo basamento e gli scorci che realizza, invita la comunità al suo interno; dall’altro separa la strada da un contesto più intimo e bucolico realizzato dalle due corti interne. Gli altri edifici che vanno a completare i due lati della corte aperta sono l’ex asilo Monumento ai caduti del Bassanello (a est) e una serie di duplex (a ovest) che riprendono la forma dei complessi industriali preesistenti. Sull’ ex asilo si è ritenuto opportuno eseguire un intervento di recupero riconvertendo i suoi spazi in ambienti collettivi aperti alla comunità e caratterizzandolo con un gesto contemporaneo. Si prevede infatti di sistemare la copertura dell’edificio come spazio di gioco all’aperto, proteggendola su tutto il perimetro con una leggera rete colorata. Infine, l’edificio centrale alla grande corte, perno dell’intero sistema, si ruota e si deforma per realizzare degli spazi aperti fluidi e dinamici, riducendo grazie alla sua interposizione la dimensione di tali spazi e portandoli, così, ad una misura umana.
La dimensione pubblica e collettiva non si esaurisce però negli spazi aperti penetrando, con differenti sfumature, all’interno degli edifici nel tentativo di ridefinire le relazioni tra collettivo e privato. La composizione formale del nuovo sistema, realizzata dalla giustapposizione di edifici singoli, tipologicamente diversi, delinea un’articolazione porosa dello spazio urbano, capace di conciliare la dimensione (intima) domestica e quella (dinamica) collettiva. La configurazione dell’attacco a terra si definisce nella precisa regolazione del rapporto tra spazio edificato e spazio aperto (pieno-vuoto) e consente così di circoscrivere un ambiente protetto che allo stesso tempo si mostra aperto e capace di accogliere la città e la natura: lo spazio di corti centrali, cuore pulsante del complesso, si caratterizza per la presenza di ampie aree verdi e per la forma fluida che mette in comunicazione tutti gli ambiti collettivi, posti così in continuità, spaziale e visiva, con l’esterno.
Tali spazi saranno a disposizione non solo degli abitanti del complesso, ma saranno aperti all’intero quartiere così da incentivare non solo l’abitare cooperativo ma anche una commistione sociale e culturale con l’intera città. La concezione dei piani terra si basa quindi su una massimizzazione della fruizione pubblica attraverso ambienti per attività commerciali, culturali e di svago, tra le quali si prevedono: un laboratorio e una biblioteca di quartiere, uno spazio mostre e di incontro tra generazioni (ex asilo), bistrot e negozi, servizi vari di quartiere (come ad esempio una lavanderia). La soluzione proposta, attraverso le scelte architettoniche e funzionali, promuove la diffusione di un’idea di abitare sostenibile e collaborativo, concentrandosi sull’idea di mixitè e intergenerazionalità. L’obiettivo è quello di coinvolgere attivamente le persone nella costruzione del proprio contesto abitativo, operazione definita “abitare collaborativo”. L’opportunità di condividere spazi e servizi con i propri vicini per poter svolgere tutte le attività legate all’abitare e al quotidiano, la co-progettazione delle attività da svolgere negli spazi comuni e la collaborazione nella gestione degli spazi e dei servizi insediati, è ciò a cui ambisce il progetto.
Come accennato in precedenza, il nuovo complesso si definisce dalla giustapposizione di tipi edilizi diversi con l’obiettivo di realizzare un’aggregazione funzionale e tipologica, ma anche sociale e culturale, capace di far fronte alle rapide e continue evoluzioni a cui la società contemporanea ci ha abituato. Il progetto prevede a ovest del lotto una parte di edificato basso di memoria industriale, destinata ad ospitare dei duplex pensati per giovani famiglie (quadrilocali): in questa tipologia edilizia più che mai si riscontra un discreto grado di intimità capace di coesistere con la dimensione comunitaria. Questi appartamenti hanno tutti accesso indipendente sul lato interno della corte e si sviluppano su due livelli con una chiara divisione di zona giorno e zona notte; gli ambienti interni sono studiati in modo da valorizzare la luce naturale e risultano quindi caratterizzati da ampie logge e lucernari. A nord, a completare il fronte strada lungo via Adriatica, si è deciso di realizzare un edificio a cortina, la cui monotonia risulta interrotta dalla decrescente altezza verso la parte ovest del lotto e dalla copertura movimentata che riprende il tema della copertura a falde. In questa parte del complesso troviamo diverse tipologie di appartamento (bilocali, trilocali e quadrilocali), studiati in modo da garantire diverse aggregazioni possibili dei vari tagli di appartamento. Questa scelta è stata ponderata sulla base delle crescenti necessità di trasformazione e cambiamento: i trilocali che si prestano ad ospitare adeguatamente famiglie o studenti fuori sede possono essere facilmente convertiti in bilocali e quadrilocali rispettivamente per coppie (o, ancora, studenti) e famiglie. Anche in questo caso tutti gli appartamenti sono caratterizzati da doppi affacci e da ampie zone giorno pervase di luce naturale grazie alla presenza di grandi logge. Infine il corpo centrale all’intero sistema, che si configura come una piccola torre, misurata adeguatamente al contesto, ospita su ogni piano tre appartamenti progettati anche in questo caso per assecondare future esigenze di trasformazione: in base alla necessità ogni piano potrà ospitare diverse combinazioni di bilocali, trilocali e quadrilocali, studiati in modo tale da garantire una certa qualità dell’abitare e caratterizzati, anche questi, da doppi affacci e ampie logge nella zona giorno.