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Per ricucire un ambito urbano di transizione, una collana di edifici definisce un nuovo bordo sul fronte stradale. E’ dalla dialettica tra i frammenti - nuovi ed esistenti - che si sprigiona uno spazio pubblico poroso verso cui si rivolgono gli edifici cooperativi e un nuovo centro civico. Un cohousing definito non esclusivamente alla scala del singolo edificio - ma a quella del quartiere - che genera un cluster in cui ambiti pubblici e civici convivono, sovrapponendosi senza interferire, con usi privati dalla grande varietà tipologica.



Tavole



G00 - Manifesto



T01 - Urbanità

Incastonata in un ambito interessato da un peculiare processo di sviluppo, l’area di intervento manifesta i caratteri dell’edificazione spontanea innescata dell’abbattimento delle mura storiche ad inizio 800. La storia della sua edificazione, infatti, si protrae per gran parte dei secoli XIX e XX articolandosi in maniera disordinata e generando un ambito urbano caratterizzato da un’alternanza di scuderie, abitazioni, stabilimenti e laboratori la cui architettura era strettamente legata ad esigenze funzionali. Attualmente utilizzata anche come parcheggio pubblico, l’area risulta tuttora occupata da un agglomerato di immobili eterogenei e pone come principale sfida quella di non fare tabula rasa ma adottare un approccio sensibile alle preesistenze. Enfatizzando la natura transitoria del frammento di città in cui si interviene (una porzione dell’isola di Sant’Eligio in cui la rigorosa maglia torinese inizia a scucirsi) e la memoria produttiva del lotto d’intervento, la proposta si articola a partire da un processo additivo.
Innescata dalla conservazione dell’unico edificio preesistente dal chiaro carattere espressivo e tipologico, una collana di edifici si articola lungo il lotto e definisce un ‘bordo’ tra l’ambito della strada - estremamente pubblico - e quello della corte - tradizionalmente privato ma in questa occasione poroso e permeabile. Una serie di ingressi rivelano infatti la corte al quartiere, rompendo il fronte strada e invitando la comunità al suo interno.



G01 - Urbanità



T02 - Città pubblica/privata

L’impianto urbano permette di sfumare la divisione netta fra interno ed esterno del lotto: la corte diventa uno spazio ibrido in cui la vita pubblica può incontrarsi con la sfera semi-privata dell’abitare degli edifici sociali. La transizione fra l’ambito della strada e quello della corte non è mai brusco ma è sempre mediato da un sistema composto da uno spazio di relazione (dilatato e su strada) e da uno spazio di attraversamento (compresso e delimitato dai fianchi degli edifici) che si immette nel nuovo spazio pubblico. Gli accessi alle residenze non avvengono né su strada, né verso la corte, ma sono collocati anch’essi in questi ambiti intermedi sui fianchi dei corpi di fabbrica.
La sovrapposizione fra usi pubblici e privati rappresenta uno dei cardini del progetto oltre che un occasione per dare una via prolungata all’area nell’arco della giornata. Programmaticamente, un ruolo cruciale è ricoperto dall’edificio esistente, immaginato come incubatole sociale e civico, che possa quindi innescare la vita comunitaria e dare un sottofondo consistente agli ulteriori usi pubblico-commerciali collocati ai piani terra. Questi ultimi - sempre accessibili da strada - si relazionano differentemente con la corte, permettendo l’attraversamento a volte fisico e volte visivo.
L’intervento dialoga con la densità della città storica e attua una serie di meccanismi che articolano il rapporto fra la dimensione pubblica e privata della città: il salto di quota, la variazione di pavimentazione, l’inserimento della componente vegetale, il posizionamento delle quinte architettoniche degli edifici, la reversibilità dei parcheggi (interrati ma facilmente riconvertibili in quanto dotati di un affaccio interno verso la corte).
Un grande piano collettivo in quota - fruibile esclusivamente dagli abitanti della cooperativa - fa da ponte fra la città pubblica e quella privata, mettendo a disposizione una costellazione di piccoli spazi per usi collettivi legati ad una dimensione semi privata dell’abitare. Su quest’ultimo fa da contrappunto una grande sala flessibile per le feste collocata sul tetto dell’edificio esistente.



G02 - Città pubblica/privata



T03 - Abitare

Accogliendo un mix generazionale e integrando le fasce più deboli; mettendo in relazione residenza, lavoro e cultura; sottolineando il valore della condivisione di spazi ibridi - il progetto individua una serie di tipi residenziali basati ognuno su una precisa idea di abitare. la cui varietà diventa valore aggiunto per il complesso
L’edificio A e C, per esempio, accolgono alloggi a ballatoio di pezzatura medio-grande. Questi si prestano non solo ad ospitare un utenza familiare ma conservano la possibilità di essere utilizzati come alloggi condivisi. La circolazione rivolta verso la corte regala un ambito esterno di condivisione per gli inquilini e di filtro verso l’ambito pubblico. Nell’edificio B, invece, sono collocati appartamenti di taglio più modesto che si affacciano su un grande patio centrale, spazio di socializzazione e meccanismo di raffrescamento passivo dell’edificio. Ogni piano, è inoltre servito da un alloggio jolly, destinato ad occupazioni temporanee. L’edificio D, infine, conserva un’impostazione più tradizionale in cui prevale un idea di abitare più introverso e in cui le relazioni di vicinato con gli inquilini della cooperativa si manifestano esclusivamente nei servizi condivisi, senza interferire con l’ambito privato dell’abitare. Tutti gli alloggi sono passanti o hanno un doppio affaccio e sono dotati degli spazi necessari allo svolgimento delle attività quotidiane, così che i servizi condivisi vengano vissuti come un valore aggiunto, consentendo di estendere lo spazio abitativo dalla zona privata a quella pubblica, promuovendo così la vita comunitaria e il tempo libero. Gli edifici cooperativi si pongono infatti l’obiettivo di innescare una serie di meccanismi di collaborazione fra gli inquilini, in cui ognuno possa contribuire al miglioramento della vita altrui (es. gestione dei bambini da parte degli anziani, gestione della manutenzione da parte dei più giovani, …) Le attrezzature sportive e le aree ricreative garantiscono ulteriori occasioni di vita collettiva, il Car Sharing Collettivo (che si serve di alcuni stalli all’interno del parcheggio interrato) propone un modo di vita rispettoso dell’ambiente.
Il cohousing è definito non esclusivamente alla scala del singolo edificio, ma a quella dell’intero complesso, generando un cluster in cui generosi spazi semi-privati e comuni nteragiscono con quelli privati.



G03 - Abitare