Abitare la soglia significa dilatare un dispositivo di connessione e attraversamento. La composizione si caratterizza di due principali azioni, la chiusura a corte e la sua evoluzione a recinto sospeso, per ottenere una compenetrazione tra dimensione pubblica e intima. Il progetto propone un modello pratico di abitare cooperativo che rifletta e interpreti i bisogni collettivi e quelli individuali. Si coglie l'occasione per restituire dignità a un vuoto urbano da riconfigurare, senza perdere la sua vocazione pubblica, ma al contrario amplificandone la risonanza all'interno del nuovo innesto.
La preesistenza soggetta a vincolo genera la regola compositiva del progetto emergendo come testimonianza di un uso passato e configurandosi quale porta carrabile dell’intero complesso.
Il complesso abitativo si innesta all’interno di un brano territoriale densamente costruito e solidificato, in un vuoto urbano, dall’identità fortemente legata all’uso pubblico, seppur da ricostituire. Il nuovo complesso abitativo dialoga compositivamente con gli isolati circostanti, ponendosi in continuità con la tipologia urbana a corte che caratterizza l’edificato dell’area. La composizione planimetrica a corte evolve in alzato in un recinto sospeso, che permette di recuperare lo spazio urbano occupato dall’edificio. La strategia compositiva è volta ad ottenere una compenetrazione tra la dimensione pubblica, con una forte connessione con la città e quella di intimità domestica nella corte interna.
I flussi carrabili sono stati modificati dall’eliminazione dei posti auto dalla piazza, suddividendoli in due nuovi parcheggi, uno interrato sul lato nord del lotto a destinazione pubblica, e l’altro sopraelevato a uso comune dei residenti nel nuovo complesso residenziale cooperativo.
In ragione dell’importanza data allo spazio pubblico e alla qualità dell’abitare, l’intervento prevede la trasformazione a nuovo giardino pubblico del “piazzale Amelia Piccinini” attualmente occupato dai parcheggi, proponendo la permeabilizzazione del suolo e la piantumazione di specie erbacee, arbustive e arboree.
Il progetto affronta il tema della relazione tra ambito privato e ambito pubblico in maniera critica, proponendo un modello pratico di abitare cooperativo che rifletta e interpreti sia i bisogni collettivi che quelli individuali. Le ragioni del progetto, originate dall’osservazione della privatizzazione di quegli spazi caratterizzati da ambiguità d’uso, generano una divisione per interi piani tra spazi privati e collettivi/ pubblici e ponendosi come affermazione della differenziazione tra ambito privato e collettivo, con lo scopo di evitare ambiguità tra questi.
Ciò non implica annullare una dimensione in favore dell’una o dell’altra, bensì introdurre o preservare uno stesso livello di qualità delle due sfere.
La cortina sospesa stabilisce una continuità tra due esterni, quello urbano dell’intorno e quello domestico del giardino, ponendosi quale soglia di passaggio tra essi.
Il giardino si compone di diverse specie arbustive, erbacee e arboree con lo scopo di donarsi alla città, ma anche in favore dello spazio domestico.
Si predispone la ridistribuzione dell’area attualmente adibita a parcheggio per liberare il piano terra e renderlo permeabile alla viabilità ciclopedonale, a seguito del quale si prevede un piano parcheggi ad uso dei residenti, caratterizzato da uno spazio flessibile e riconvertibile ad uso condominiale/pubblico (mercato; piazza coperta), permettendo usi alternativi sia temporanei che a lungo termine.
Il piano della copertura è adibito a spazi comuni flessibili per attività dell’abitare cooperativo (sport; orti; serre; spazi aperti; loisir) ad uso dei condomini con possibilità di riconversione e di apertura parziale al pubblico.
Sono stati riservati all’ambito residenziale due dei quattro livelli di cui si compone il complesso, a loro volta suddivisi in quattro diverse tipologie di alloggi, per far fronte a possibili esigenze abitative. Il primo piano si caratterizza per la presenza di bilocali, trilocali e quadrilocali, mentre il secondo piano è in prevalenza occupato da trilocali con cucina abitabile.
Il “vivere insieme” è matrice del progetto dell’abitare, che si compone degli ambienti della casa a partire dal modulo 3x3 metri che, nella sua ripetizione, esplicita i rapporti domestici e con l’esterno. Nella casa si concretizza la strategia insediativa dell’intero complesso, infatti lo spazio domestico si pone quale soglia e momento di passaggio tra due spazi esterni, seppur diversi. Inoltre, il doppio affaccio degli appartamenti che guardano verso l’interno della corte e verso il brano di città sui quali affacciano, è stato considerato un parametro di grande importanza in una più ampia valutazione sulla qualità dell’abitare. Gli ambienti domestici sono stati progettati prevedendo una flessibilità della pianta e possibili ambiti di relazione tra i diversi ambienti.
L’orientamento dell'edificio, la disposizione delle aperture e dei dispositivi di oscuramento regolabile, predisposti lungo tutte le facciate, garantiscono privacy e comfort climatico, massimizzando l'uso della luce solare per il riscaldamento passivo in inverno e minimizzando il surriscaldamento estivo.