La città è un grande mercato: un luogo di scambio continuo di conoscenze, esperienze ed idee, innervato da una infrastruttura analogica e sempre più digitale. Sono questi i fattori che trasformeranno Rogoredo in un nuovo polo attrattivo, creativo e di produzione.
Una forte infrastruttura perimetrale di interscambio e connessione permette l’attivazione e la rigenerazione delle aree esistenti, definendo un limite, una nuova e coesa identità per l’intero quartiere. Contemporaneamente, l’introduzione di una infrastruttura collaborativa digitale incentiva la connessione e la relazione attiva tra gli abitanti. Fulcro dell’intervento sono le nuove residenze di via Pestagalli ed il Mercato Attivo, spazi flessibili e vetrine del cambiamento in corso a Rogoredo.
Rogoredo ha tutto, tranne che una propria identità.
È la porta sud di Milano, punto nevralgico del sistema infrastrutturale del Nord Italia, è ricca di verde, di storia e di attività, fulcro di una vasta area in trasformazione e con grosse potenzialità. Cresciuto all’interno di confini molto rigidi ed imponenti, il quartiere si è però sviluppato senza prospettiva e coesione: una successione di interventi isolati e slegati fra di loro.
Come nelle antiche città medievali, anche Rogoredo ha bisogno delle sue mura: è necessario un limite, che gli permetta di riconoscersi, definirsi e modellare la sua identità futura.
La proposta urbana identifica questo limite, non in una barriera ma in una opportunità di scambio sociale: un percorso circolare, che si sviluppa lungo il perimetro delll’area urbanizzata cingendola, racchiudendo e cucendo assieme tutte le individualità dalla quale è composta. Il tracciato già esiste: suggerito da strade, aree e percorsi resi marginali e senza carattere perché stretti tra autostrada, ferrovia e industria. Questo spazio pubblico di 4.2 km, in mateco e rosso, è la guida per lo sviluppo. Su questo percorso ciclopedonale si innesta tutto il nuovo sistema di trasporti di prossimità (autobus, postazioni di bike e car sharing, stazioni di ricarica per macchine elettriche), nelle sue vicinanze si situano i parcheggi scambiatori e gli ingressi principali al quartiere, attivando tutti i nuovi interventi.
Rogoredo ha un glorioso passato industriale, dal quale deve attingere per reinventarsi nell’industria del futuro, quella digitale. Gli interventi di riconversione funzionale e di densificazione nell’area a Nord di Santa Giulia creano un tessuto industriale moderno, luogo di produzione per la nuova economia e società, offrendo spazi flessibili residenziali e lavorativi. Gli interventi sono finanziati tramite la trasformazione di via Pestagalli in un cartellone pubblicitario lineare da 1 km.
Nel resto del quartiere, si potenziano le funzioni già esistenti, inserendo quelle di primaria importanza attualmente non disponibili. Con l’incentivazione della struttura degli orti, si genera un surplus di produzione vendibile nei nuovo mercato.
Attraverso una diffusa presenza di tecnologie digitali, si attiverà un esperimento di smart cities, di ascolto e di partecipazione attiva dei cittadini, per una urbanistica più flessibile e partecipata.
All’interno dell’area una fitta rete di connessioni ciclopedonali struttura il tessuto urbano, connettendo tra di loro aree fortemente divise, favorendo l’integrazione delle diverse funzioni e un’esperienza fluida e continua.
Data la scarsa densità dei volumi previsti e l'ampia disponibilità di superfici aperte nelle vicinanze, si considera l'area di intervento come un grande spazio pubblico, strutturato da una fitta rete di funzioni. Lo spazio aperto diventa l'opportunità per sperimentare pratiche urbane ibride, in cui le cerchie che compongono la comunità possano confrontarsi e contaminarsi dando luogo ad un ambiente urbano in continuo fermento.
La relazione tra pubblico e privato viene formalizzata attraverso una gradazione di livelli di privacy all'interno dell'area, con superfici diverse e marcati dislivelli. Un piano pavimentato si estende tra i tre blocchi edilizi distribuendo tutte le attività commerciali e i servizi comunitari più visibili. Il tessuto di piccoli negozi, il grande mercato, i bar ed i ristoranti, la Casa degli Ospiti e l'Agorà, la Ludoteca, il Centro Ricarica e la Officina delle Idee formano così un complesso e ricco sistema urbano.
In maniera complementare, ampie superfici trattate a parco si inseriscono all'interno delle corti e costituiscono un sistema strutturato di verde pubblico che collega l’interno e l’esterno dei blocchi edilizi. Il Parco, accessibile a tutti, garantisce la giusta mediazione tra la scala più intima delle residenze e l'apertura che caratterizza l'intervento, collegandosi con gli interventi circostanti.
Il dislocamento dei trasporti di quartiere sul percorso attivo perimetrale e lo spostamento della mobilità su ruote ai margini del lotto, configura l'interno dell'area come car free zone. A Sud si colloca la linea circolare del bus, gli spazi di carico/scarico del Mercato e l'ingresso al parcheggio interrato dello stesso; ad Est si trovano invece la nuova linea di tram verso via Mecenate, l’ingresso ai parcheggi interrati delle residenze ed il parcheggio di superficie. Quest'ultimo, caratterizzato da vaste alberature e trovandosi ad una quota inferiore rispetto al basamento pedonale, diventa un ulteriore spazio complesso di transizione verso l'interno dell'area.
La nuova mappa dei servizi riconosce la ricchezza della realtà, e struttando l’opportunità del nuovo percorso, potenzia e completa l’offerta esistente nell’area. Contemporaneamente, nuove funzioni favoriscono la creazione di forti sinergie urbane, attraendo un maggiore numero di residenti e potenziandone la visibilità. Da un lato, i macro servizi come l’Agorà, L’Officina delle Idee, il Mercato Attivo incentivano la formazione di un tessuto attrattivo che definisce il nuovo carattere del quartiere. Flessibili, offrono spazi lavorativi e funzioni in condivisione, spazi di vendita e di incontro, liberi di essere utilizzati ed ampliati, innescano la trasformazione di Rogoredo in un nuovo polo per la creazione, produzione e comunicazione di idee per la società futura. Dall’altro, una fitta griglia di funzioni di prossimità e di punti per la mobilità sostenibile arricchisce e struttura il tessuto urbano e sociale esistente, facilitando i movimenti e le relazioni sociali.
La partecipazione attiva della cittadinanza è fondamentale, sia per le sue necessità (da soddisfare), che per quello che può offrire. Il mondo digitale è il nuovo medium attraverso il quale cogliere le esigenze individuali per trasformarle in opportunità collettive.
La relazione ed il contatto diretto degli abitanti tra di loro e con il territorio viene ripensato mediante gli strumenti propri del social network. Attraverso la creazione di un Mercato Digitale, sotto forma di applicazione per smartphone e computer, si crea un luogo di condivisione e di scambio, una piattaforma di confronto e dialogo attorno ai temi di mobilità, formazione, energia e lavoro. Un gioco collaborativo, all’interno del quale per ogni azione virtuosa compiuta (sociale, ecologica, collaborativa), gli abitanti riceveranno un particolare riconoscimento sotto forma di bonus virtuali. Questi bonus - reinvestibili liberamente all’interno della comunità - potranno essere impiegati per ricevere sconti su prodotti locali, ottenere l’utilizzo gratuito degli spazi e dei servizi presenti, o scambiarli per attività e aiuti personali. Più si partecipa alla vita sociale, più si è virtuosi, più si gioca, più si ottengono punti, premi e benefici. Si incentiva in questa maniera un complesso sistema di interazione e partecipazione, che partendo come esperienza virtuale, può positivamente influenzare e migliorare la realtà esistente.
Da supermercato a mercato attivo: una nuova struttura, che funzione come vetrina, come pubblicità e centro di vendita per le attività che si svolgono e per i prodotti che si producono a Rogoredo. L’edificio lavora sulla dualità e la connessione dei due spazi pubblici offerti: uno spazio coperto a piano terra, e uno scoperto sopraelevato.
Il piano terra si configura come un ampio spazio coperto di vendita, un nuovo mercato rionale, delimitato da una serie di negozi di prossimità, dal deposito merci e dalla superficie di grande distribuzione. Al centro, in uno spazio triangolare coperto si distribuiscono i distinti punti di vendita, sia di alimentari che di altri prodotti, flessibili ed organizzabili, affittabili liberamente, attraverso i quali si potranno acquistare prodotti provenienti dal quartiere o da aree limitrofe. Uno spazio non solo per comprare, ma anche per consumare, provare e scoprire nuove esperienze. In questo primo livello si concentrano le superfici richieste dal bando.
Il primo piano si struttura come un patio rialzato, contrappunto all’occupazione di suolo pubblico causata dalla funzione commerciale. Trasferendo la quota di superficie residenziale sottratta ai lotti 2 e 3 (2500mq), si crea uno spazio rialzato, nella cui cortina edilizia si stabiliscono delle funzioni ibride tra residenziale, produttivo e terziario. Luoghi di produzione, comunicazione e vendita diretta, hanno nella corte aperta la loro dimensione perfetta, per la creazione di una comunità coesa e dinamica. Il patio stesso si configura come una copertura attiva e transitabile, una quinta facciata per le residenze che si affacciano su di esso. I suoi moduli triangolari creano una ricca topografia, assumendo di volta in volta funzioni di illuminazione del mercato sottostante, di verde, di microfunzioni pubbliche, di connessione verticale tra quota inferiore e superiore.
La copertura, nell’angolo verso la stazione di Rogoredo, scende a terra, invogliando il passante a scoprire questo nuovo spazio offerto alla città.
Gli isolati residenziali si richiamano apertamente alla tradizione milanese delle case a ringhiera: simili in altezza, si differenziano per la corte, non più privata, ma aperta e caratterizzata da funzioni di prossimità e di quartiere, punti di incontro e di scambio tra cerchie più ampie di persone.
La residenza e le sue relazioni vengono pensate come una sequenza di spazi con differenti gradienti di condivisione e di relazione. L’accesso alle case è garantito da un sistema di ballatoi, spazio sociale di condivisione attiva, micromondo verticale che permette a sua volta l’accesso alle funzioni pubbliche collocate agli angoli dell’edificio. Dai ballatoi, distanziati dalla facciata vetrata e funzionanti anche come protezione per il sole, si accede alle soglie-balconi, spazi di dialogo tra il mondo privato e il pubblico, di mediazione tra la condivione completa e quella sempre più privata della resideza. La residenza, basata su un modulo di 3 metri di larghezza, ed è dotata di una facciata completamente vetrata verso il patio, e resa attiva da semplici sistemi di oscuramento; è concepita come un open space adattabile e modificabile, capace di assorbire la più ampia varietà di utenti e di funzioni possibili, incentivando così l’ibridazione delle funzioni residenziali con quelle produttive, terziarie ed artistiche. La facciata esterna, fascia di condivisione minima dell’ambito residenziale, viene attivata dalle funzioni non flessibili della residenza (il bagno, la cucina, le connessioni verticali), raggruppate per liberare il nucleo della casa e combinabili per garantire la massima offerta possibile. Nel mondo di ipersocialità virtuale contemporanea, le residenze si offrono come vetrina sul micromondo dell’isolato: una vetrina attiva, modificabile e gestibile a piacimento dall’utente, a seconda di quanto vuole condividere con i suoi condomini.
L’intervento è concepito come un organismo sociale complesso, dove si favoriscono ed incentivano i rapporti e le relazioni sociali attraverso il sistema di distribuzione e l’inserimento di funzioni collettive (la FIT-moteca, palestra e sala cinema, il TEC-nificio, stampanti 3d e laser a disposizione di tutti i maker, la sala meet-UP, la CO-cina, per barbeque e cene tra vicini). Quello che non è possibile avere a livello personale, lo si ottiene grazie alla massa critica garantita dalla dimensione dell' intervento.