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LOG Abitare connessi

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La volontà di oltrepassare le barriere infrastrutturali che separano Rogoredo dal resto della città ci ha portati all’analisi di quelli che oggi sono i sistemi che permettono una più rapida connessione fra persone.
Tecnologia, social network e nuove forme di organizzazione del lavoro puntano ad oltrepassare la colonizzazzione territoriale e le strategie imposte da progetti ormai superati. Non più isolamento quindi ma inclusione è la parola chiave della strategia proposta.
Persone, quartiere, rete, collaborazione sono alla base di un progetto che oggi dev'essere più che mai sostenibile e capace di diventare motore di nuova socialità e urbanità. Abitare la città non solo la propria casa.



D00- Elaborato grafico



G00 - Immagini generali



T01 - Quadro strategico

Il quadro strategico sviluppato per l’area di intervento raccoglie le emergenze del territorio per valorizzarlo. L’insieme delle azioni lavora parallelamente a due scale differenti. A scala urbana il progetto si pone in contrapposizione alla rigidità della struttura esistente, cercando di superare la supremazia del sistema infrastrutturale. La polarità statica, che contrappone il sistema stazione di rogoredo/Sky al territorio, viene superata attraverso l’inserimento di un asse longitudinale che segue il sedime ferroviario.
L’approccio a scala locale valorizza i persorsi esistenti, implementando una rete trasversale volta a penetrare all’interno degli isolati. La struttura latente che innerva l'area di Rogoredo è utilizzata come elemento da potenziare e sfruttare. Nell’ottica di rompere la giustapposizione delle isole monofunzionali, si propone un intervento di infill che diviene un’operazione minima caratterizzata da elementi puntuali: una proliferazione di attività e servizi di respiro locale volta a generare e diffondere quell’urbanità ora assente.
Le aree verdi localizzate a ridosso delle infrastrutture nel comparto sud di Rogoredo vengono integrate con quelle in corso di realizzazione attraverso un progetto di riqualificazione del suolo. Un loop verde che prevede l'inserimento di un percorso ciclo-pedonale volto al collegamento dell'area col territorio limitrofo.



G01 - Immagini riguardanti il quadro strategico



T02 - Progetto degli spazi aperti

L'approccio alla progettazione degli spazi aperti si basa su una serie di riflessioni scaturite dall'analisi morfologica delle aree limitrofe e da una ricerca riguardo lo status della comunità esistente.
Operazione comune è infatti il tentativo di settorializzazione l'isolato urbano, anche se per ovvie ragioni gestionali e di sicurezza. A tal proposito, il recente insediamento di Santa Giulia è un esempio di come una rigida suddivisione tra proprietà pubblica e privata corrisponda ad una scarsa integrazione, all'interno del quartiere, tra user e residenti.
La proposta progettuale sperimenta tecniche ed espedienti che possano condurre non solo alla deprivatizzazione di quello che in caso contrario sarebbe un tipico isolato privato, ma anche alla rottura delle isole monofunzionali residenziali.
Lo spazio chiuso negli edifici a corte viene quindi incentivato a relazionarsi con la nuova struttura urbana derivante dal quadro strategico generale. Il sistema dei flussi vi penetra all'interno definendo un sistema di permeabilità che rompe definitivamente la lettura dentro-fuori, pubblico-privato.
Un’ulteriore riflessione riguarda la promozione di scambi culturali, sociali ed economici tra user e residenti, al fine di favorire una maggiore integrazione tra essi. L'innesto di servizi locali urbani appare un'interessante espediente in tal senso. Questi, collocati ai piani terra delle corti favoriscono l'utilizzo pubblico dello spazio, oltre a divenire il vero luogo di condivisione e scambio.
In termini architettonici tale strategia si estende ad una serie di accorgimenti spaziali in grado di favorire le suddette dinamiche. Il servizio locale urbano sarà articolato in una sequenza di spazi pertinenziali che includono, non solo il sedime degli edifici residenziali, ma anche un proprio spazio pubblico di pertinenza collocato all'interno delle corti. Tale ambiente viene caratterizzato significativamente dalla presenza di un piccolo volume architettonico che rappresenta una esternalizzazione del servizio offerto nello spazio interno.
Infine, considerando dello scenario sopra delineato, dove pubblico e privato abitano, usano e vivono comunemente lo spazio, una particolare attenzione è rivolta agli accessi e agli spazi di accoglienza ai servizi. Le hall di ingresso alle abitazioni, divengono a loro volta uno spazio di relax in condivisione con i servizi adiacenti.



G02 - Immagini riguardanti il Progetto degli spazi aperti



T03 - Piano dei servizi collaborativi

La centralità dell’individuo nel progetto di housing sociale introduce la questione della qualità delle relazioni. Il panorama delineato dai possibili inquilini di questa casa-servizio rende necessaria l’individuazione a priori di una comunità potenziale che condivida determinati caratteri. Il profilo della comunità individuato per l’area di via Pestagalli, fondamentale nella progettazione del piano dei servizi, comprende famiglie giovani, utenti in cerca di sistemazione temporanea, famiglie monoparentali e giovani lavoratori del settore information-technology.Ai dispositivi architettonici ed alla conformazione spaziale della “casa” si affianca quindi il progetto dei servizi collaborativi, veicolo per la creazione della comunità, implementazione di processi inclusivi ed attivazione di dinamiche di mutuo aiuto.
Il servizio proposto, denominato “R-i”, costituisce una piattaforma di gestione integrata dei servizi locali (collaborativi e non). I dispositivi utilizzati sono sia evidenze tangibili sia virtuali. Un Info Point localizzato al piano terra dell’edificio del lotto3 costituisce il centro fisico del servizio mentre l’interfaccia virtuale è data dalla pagina web e dall’applicazione per smartphone e tablet sviluppata, coordinata e gestita dagli tecnici ospitati nella residenza lavoro.Destinati agli inquilini delle residenze di via Pestagalli, i servizi collaborativi costituiscono un sistema di scambio di prestazioni basato sulla disponibilità e le competenze dei singoli individui e veicolato da una moneta virtuale denominata Rog.
I residenti sono contemporaneamente fornitori ed utenti del servizio poichè attraverso la bacheca elettronica all’interno dell’Info Point, la pagina web e l’applicazione per smartphone e tablet possono sia offrire tempo e competenze per svolgere un'attività che sottoscrivere l’utilizzo di una di esse. Car-pooling,cucina,lavori domestici,sartoria,dog-sitting condominiale, giardinaggio e babysitting e altre attività costituiscono il panorama di azioni che vengono organizzate e gestite da R-i. In parallelo R-i gestisce ed organizza i servizi aperti anche ai residenti del quartiere(micronido,babyparking,spazio brico,bikesharingbiblioteca..)gratuiti per gli inquilini, in quanto compresi nei servizi compatibili con la residenza ma vincolati al tesseramento per i vicini.



G03 - Immagini riguardanti il Piano dei servizi collaborativi



T04 - Concept architettonico del Lotto 1

La proposta progettuale relativa all’edificio mixed use scaturisce da una serie di riflessioni legate alla necessità di integrare al suo interno un’ampia superficie dedicata all’attività commerciale. A tal proposito la prima criticità che appare opportuno sottolineare è sicuramente il carattere introverso del “mall”, e in genere della grande superficie commerciale, modello che si concretizza spesso in un volume all’interno del quale le funzioni vengono volutamente chiuse rispetto al contesto, causando spesso la rottura del tessuto urbano e della sua morfologia.
La scelta progettuale va nella direzione opposta promuovendo una struttura caratterizzata dal tentativo di recupero del rapporto tettonico tra morfologia e tipologia, necessario a promuovere un modello integrato all’interno della struttura urbana.
In concordanza con lo scenario strategico urbano, l’edificio diviene parte integrante di un network di percorsi che connetterà la città all’area,per mezzo di un nuovo attraversamento oltre la ferrovia. Tale network, penetrando nell’edificioce “ibridandosi” con la sua struttura tipologica, diviene fattore unificante le singole parti programmatiche.
Esse divengono così parti di un sistema totalizzante nel quale diviene fondamentale comprendere come, all’interno, sia possibile preservare le legittime necessità di ciascuna funzione, come per esempio il delicato equilibrio della convivenza pubblico-privato.
A tal proposito l’attenzione è stata incentrata sul carattere che assumono i limiti e i confini tra le varie funzioni. La proposta è quella di trattare tali spazi come delle soglie, ovvero interstizi che possano rappresentare lo spazio condiviso tra due diverse funzioni (o tra pubblico e privato), ma che, allo stesso tempo, possano svolgere una funzione separatrice al fine di poter assicurare la necessaria privacy e riservatezza di cui le funzioni private, e soprattutto la funzione dell’abitare, necessitano.
Tali soglie rappresentano lo “spazio della libera colonizzazione”, ovvero quello spazio aperto al pubblico, luogo di attività spontanee il quale, in decrescenza dal basso verso l’alto, sarà di dominio pubblico, semipubblico e privato. Tale espediente permetterà infine di gestire il controllo degli accessi, pubblici e privati, durante le le diverse ore, soprattutto quelle notturne, quando la questione della chiusura degli accessi diviene fondamentale.



G04 - Immagini riguardanti il Concept architettonico del Lotto 1



T05 - Concept tipologico-funzionale della residenza lavoro

L'opportunità di poter abitare e lavorare nello stesso luogo rappresenta un indiscusso vantaggio in termini di sostenibilità e di ottimizzazione e del tempo. D'altra parte, il trascorrere delle attività quotidiane nello stesso ambiente ristretto rischia di tradursi, in alcuni casi, in una percezione di oppressione o in una operazione di auto-segregazione. Al contrario, grandi spazi di solo lavoro in stretto contatto con la sfera della vita privata porterebbero ad un esaurimento della distinzione tra le priorità delle persone.
Risulta quindi necessario ripensare la funzionalità e la disposizione degli ambienti, in modo da favorire un approccio di uso condiviso di alcuni momenti e luoghi, e il carattere e la dimensione degli spazi, calibrandoli in base alle necessità dei differenti aspetti della vita delle persone.
Considerando la situazione lavorativa attuale e le sconfinate opportunità offerte dall'innovazione continua nell'abito delle tecnologie informatiche, l'intervento propone uno spazio rivolto principalmente a giovani esperti di sviluppatori software, makers, offrendo occasione di creare sinergie tra loro e iniziare un attività.
Il sistema della residenza/lavoro trova posto all'interno dei “corpi bassi” dei lotti 2 e 3, occupando l'intera sezione dell'edificio ad eccezione del piano terra. L'ingresso dal piano stradale avviene per mezzo delle risalite poste nella Hall.
Al primo piano si accede allo spazio di lavoro: un grande ambiente a doppia altezza, popolato da postazioni mobili: ogni utente può spostare la propria e connettersi a postazioni fisse a seconda delle proprie necessità. Sono presenti anche alcune sale con funzioni compatibili al lavoro (riunioni, laboratorio stampe 3d, sala server/archivi). Il secondo livello è uno spazio condiviso da tutti i lavoratori/residenti, comprende ambienti per il pranzo, lo svago e il relax.
Agli ultimi due piani sono presenti le “cellule” abitative, moduli che vengono aggregati lasciando nel mezzo uno spazio condiviso che comprende anche quello della distribuzione, creando un tessuto connettivo di servizi. Le “cellule” sono conposte da due locali con un bagno in condivisione, si prestano quindi ad essere abitate in diversi modi. Con l'individuazione di un'unità minima, e la loro aggregazione, è possibile stabilire una modularità che permette un'espansione lineare del sistema lungo la sezione degli edifici.



G05 - Immagini riguardanti il Concept tipologico-funzionale della residenza lavoro