Partecipereste di nuovo ad AAA? Lo abbiamo chiesto agli 02ARCH, lo studio associato fondato dagli architetti Ettore Bergamasco e Andrea Starr Stabile, giunti secondi ad AAA 2013.
Partecipereste di nuovo ad AAA? Lo abbiamo chiesto agli 02ARCH, lo studio associato fondato dagli architetti Ettore Bergamasco e Andrea Starr Stabile, giunti secondi ad AAA 2013, insieme a Elena Bigioni, Francesca Pedrazzi, Annalisa Desole, Nicola Filippo Davide Jacini e i collaboratori Nicolò Olivieri, Alex Fortis, Masaki Yamaguchi e Federico Bressanelli.
L'ultima loro fotografia che abbiamo li vede in posa all'Urban Center di Milano, appena nominati vincitori del concorso privato organizzato da CityLife con il Comune di Milano in collaborazione con Federabitazione Lombardia-Confcooperative, invitando i professionisti vincitori delle differenti edizioni di AAA architetticercasi per la costruzione di un asilo nido in legno sul lato ovest dell'area di cui City Life ha curato la trasformazione, i 366.000 mq della Fiera Campionaria di Milano.
Da allora ad oggi il gruppo di Ettore Bergamasco e Andrea Starr Stabile ha lavorato intensamente per far passare dalla carta alla realtà il progetto Baby-Life, nato con la consulenza esterna di Chiara Massimini (psicologa infantile), Nicola Jacini (sociologo), Fabio Loda (esperto in green-architecture), Stefano Sculco (computista).
“Abbiamo mantenuto lo stesso team, anzi ci siamo ingranditi”, racconta Ettore Bergamasco, mentre racconta con dovizia di particolari l'iter seguito alla vittoria del concorso. La formazione e l'implementazione della squadra di progettisti, il lavoro con i fornitori di City Life e tutti i passaggi in Comune: valutazioni, bonifiche, e tutte le verifiche con il settore tecnico, scuola ed educazione, le conferenze di servizi... Fino ad arrivare finalmente al rilascio della DIA lo scorso dicembre che sancisce l'inizio dell'ultima fase: la costruzione dell'asilo destinato ad accogliere una settantina di bambini da 0 a 3 anni.
“Ci sono state giusto alcune piccole revisioni a livello di facciate e di materiali. L'unica modifica significativa è nata dalla richiesta dei responsabili del settore Scuola ed educazione del Comune – spiega Ettore Bergamasco - che hanno proposto la creazione di uno spazio più ampio nell'antibagno, in modo da realizzare una ulteriore area utilizzabile nell'ambito della formazione come laboratorio per attività legate all'acqua”.
Per il resto il progetto definitivo (nelle immagini gentilmente concesse da City Life) è sostanzialmente rimasto invariato: mille metri quadrati di edificio che si scompongono in tante piccole unità organizzate attorno a un atrio centrale, dal quale si sviluppano le funzioni pedagogiche, tante piccole casette che, come le foglie degli alberi, avvolgono le piante e ne prendono le sembianze in armonia con il contesto verde del parco CityLife in cui l'asilo si colloca. L'asilo avrà tremila metri quadri di giardino protetto e, oltre a laboratori per lo sviluppo dei cinque sensi, orti didattici, un playground, un "percorso degli indiani", un "nascondiglio segreto" e una "triciclo road". Il tutto studiato con l'intento fondamentale di “conciliare qualità e funzionalità secondo le regole della bioclimatica – l’orientamento dell’edificio, l’esposizione alla luce naturale; l’uso di energie rinnovabili – pannelli fotovoltaici e pannelli radianti collegati al teleriscaldamento; riduzione del consumo di acqua – con il recupero acqua piovana e, infine, la selezione di materiali costruttivi certificati, locali e riciclabili – come pannelli in legno prefabbricato ecosostenibile o rivestimenti esterni a basso grado manutentivo”.
“Abbiamo percepito grande entusiasmo per il nostro progetto. Abbiamo costruito un ottimo rapporto con tutti i professionisti con cui ci siamo confrontati. Sia con City Life che con tutto lo staff del Comune tanto che si sta valutando la possibilità di procedere anche nel progetto esecutivo”, racconta Ettore, illustrando il lavoro già sviluppato anche rispetto ai disegni interni. “Un esercizio utile per noi come strumento di indagine e banco di prova del progetto stesso, un passaggio quasi indispensabile – continua – per un progetto come il nostro, molto disegnato, in cui anche gli arredi necessitavano di una personalizzazione, essendo tutti realizzati su misura, quindi di fatto parte dell'architettura stessa. Poi rivelatosi prezioso anche per illustrare nel dettaglio l'impiego dei fondi”.
Insomma, una intensa avventura post AAA. “La partecipazione al concorso Architetticercasi è stata una sfida divertente e molto stimolante. Il tema non era facile: ai giovani è stata formulata una proposta di lavoro molto complessa, che anche i professionisti più esperti a nostro parere avrebbero faticato a risolvere, una sfida interessante che coniugava urbanismo e sociologia. Quando abbiamo partecipato stavamo iniziando a lavorare tutti insieme. Questa esperienza in un certo senso ci ha dato il la, ha legittimato il gruppo che si stava formando”. Da qui è nato infatti lo studio 02ARCH e, con esso, la partecipazione ad altri concorsi, sempre con il gruppo originario, e un altro piazzamento interessante, secondi classificati a un altro concorso di progettazione di un insediamento residenziale di montagna nella località Plan Revel a Bardonecchia.
Considerazioni sul concorso AAA architetticercasi a freddo?
“L'unico rimpianto è non aver partecipato alle edizioni precedenti! - confessa Ettore - . Abbiamo preso l'ultimo treno possibile, quando tutti stavamo per compire i 35 anni. Sarebbe stato interessante partecipare anche ai concorsi degli anni prima. Un giovane professionista deve trovare il tempo per farlo, deve assolutamente partecipare. Perché si tratta di un concorso ben organizzato, molto stimolante e capace di offrire tante possibilità. In altri termini, un ottimo incubatore”.