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DAS RADIKAL

PD-DE63J3

"DAS RADIKAL” è basato su un modello per l’abitare non estrattivo, realizzabile nel sistema economico in vigore, e potenzialmente scalabile e ripetibile. L’attuazione del modello è resa possibile da un riuso radicale degli spazi architettonici, in cui si minimizza all’estremo la demolizione e la nuova costruzione, per rendere economicamente sostenibile il progetto. Il complesso di edifici, in un crocevia fondamentale dei sistemi naturali, economici e infrastrutturali della città di Padova, si propone come progetto pilota di questo rinnovato modello di abitare cooperativo. Organizzato attorno a una grande corte aperta al pubblico, il complesso si compone di spazi ibridi di socialità, abitare e lavoro, e segue 5 tipologie di abitare collettivo secondo un gradiente progressivo di condivisione



Tavole



G00 - Manifesto



T01 - Urbanità

L’area di intervento si trova in uno snodo estremamente significativo della città di Padova, per valori ambientali, a livello di tessuto costruito, per polarità e dinamiche economiche.
Il sistema ambientale limitrofo alla nostra area è caratterizzato da un lato da verde diffuso, tipico di una realtà rurale con caseggiati dispersi, protagonista del territorio, dall’altro dalle aree centrali di Padova, dove invece il verde si infiltra tra i fabbricati, costituendo la materia principale delle corti urbane. Il nostro progetto si pone nel mezzo tra queste due realtà, verde diffuso e verde concluso, a metà tra urbano e rurale, riproponendo un nuovo uso paesaggistico del suo intorno. Il progetto degli spazi aperti riflette proprio sulla loro rinaturalizzazione in chiave collettiva, aprendo la corte del complesso edilizio costruito alla comunità, estendendosi e coinvolgendo il sagrato della chiesa adiacente. Molta attenzione è stata infatti posta alle polarità dell’intorno cercando di analizzare le polarità culturali (che attivano la volontà di permanenza) e i servizi di vicinato, andando ad integrarle negli ambienti semiprivati delle aree residenziali del nostro progetto. C’è il tentativo di promuovere questi ambiti paralleli e integrare, conseguentemente, servizi vicinali e servizi destinati alla collettività più ampia attraverso un ripensamento delle connessioni con il resto della città.
Per quanto riguarda il costruito, il tessuto urbano limitrofo è un tessuto mosaicato fatto di villini che cospargono il territorio rurale e fabbricati strutturati lungo l’asse matrice che porta fino a Prato della Valle. Il nostro progetto si inserisce nel crocevia di questi tessuti, mantenendo la morfologia esistente, secondo le prerogative guida del nostro manifesto progettuale: un riuso radicale. L’area di intervento, si pone proprio a cavallo tra centro e periferia, tra aree di valore commerciale fortemente differente. Pertanto, si ritiene un’area estremamente adatta come progetto pilota per lo studio del modello economico esposto in tavola manifesto. In cartografia sono stati mappati anche diversi edifici che hanno potenziali di progetto similari da sviluppare in relazione al loro costo al metro quadro, le quali hanno tipologie e rapporti con la morfologia urbana similari all’area studio.



G01 - Urbanità



T02 - Città pubblica/privata

L’intervento architettonico segue un principio fondamentale: la ricerca di un riuso radicale, che consenta di riutilizzare spazi e architetture esistenti al massimo grado. La scelta è stata fatta per tre ragioni principali:
- Di sostenibilità ambientale: minimizzare gli interventi di nuova costruzione consente una forte riduzione delle emissioni di carbonio, di cui il settore dell’edilizia è in buona parte responsabile.
- Di sostenibilità economica: consente di ridurre i costi come da quadro economico in modo da permettere l’applicazione del modello non estrattivo per l’abitare mostrato in tavola manifesto.
- Di sostenibilità architettonica: essendovi già un valore insito elevato negli spazi esistenti e nella agglomerazione degli edifici, si è ritenuto superfluo andare a realizzare nuovi volumi significativi, che sarebbero stati semplice espressione di protagonismo architettonico.
Pertanto, la morfologia degli edifici resta pressoché intatta. Ne viene valorizzato lo spazio aperto centrale, attorno al quale si distribuiscono i volumi; esso si trasforma in una grande corte comune condivisa dal carattere fortemente naturale, aperta a tutta la cittadinanza, che richiama gli spazi di collettività non convenzionale presenti a Padova e dintorni, quali gli orti urbani e le aie delle cascine rurali venete.
Le funzioni si insediano nei vari volumi in coerenza con la natura stessa dello spazio preesistente: il fronte sud-ovest è destinato ad abitazioni, data la sua natura più riservata. Il fronte strada è destinato principalmente a modelli ibridi di abitare e lavorare, o a piccole funzioni vicinali come caffetteria. L’edificio dell’ex Asilo monumento ai caduti invece è, nella parte che fronteggia il sagrato della chiesa, un grande spazio aperto al pubblico pensato come mercato per gli spazi autoprodotti nel workshop al piano interrato dello stesso stabile; l’aggiunta sul retro è invece pensata anche essa come abitativo.
Completano l’intervento le uniche due aggiunte puntuali necessarie a ripristinare efficacemente il complesso: la serra che si innesta sulle rovine retrostanti all’edificio fronte strada, destinata a spazio di lavoro condiviso e di distribuzione per gli edifici residenziali, e il piccolo padiglione cisterna nella parte sud, che rende manifesta la rifunzionalizzazione tecnica sostenibile dell’edificio.



G02 - Città pubblica/privata



T03 - Abitare

Le soluzioni per l’abitare sono la naturale conseguenza dei due pilastri fondamentali del progetto: il riuso radicale delle architetture esistenti e la formulazione di un modello economico non speculativo per il diritto alla casa, leso dalle tendenze estrattive neoliberali in crescita nelle città italiane.
Nello specifico l’abitare è organizzato in 5 tipologie, differenti tra loro per soluzioni architettonice, livello di condivisione e privacy, canone richiesto all’iscritto della cooperativa e utente potenziale.
Le tipologie sono le seguenti:
- Abitare Radicale (15 mq per unità): ove la dimensione privata è limitata alla stanza da letto. Le altre funzioni fondamentali dell’abitare sono condivise. Sono rivolte a single e abitanti temporanei.
- Abitare Condiviso (25 mq per unità): ove la dimensione privata è limitata alla stanza da letto, con condivisione di cucina e servizi igienici tra due unità. Gli spazi di socialità sono invece comuni a tutte le unità. Sono rivolte a single e coppie.
- Abitare e Lavoro (60 mq per unità): si tratta di duplex ove la dimensione privata degli spazi abitativi è data al piano superiore, mentre al piano inferiore è possibile allocare funzioni lavorative aperte al pubblico, secondo i tradizionali modelli di casa-bottega. Sono rivolte a coppie.
- Abitare Flessibile (80 mq per unità): ove la dimensione privata è garantita per tutte le funzioni dell’abitare, secondo una disposizione spaziale volta a favorire un uso flessibile ed adattabile. Sono rivolte a coppie e famiglie.
- Abitare Tradizionale (90 mq per unità): ove la dimensione privata è garantita per tutte le funzioni dell’abitare, secondo un modello distributivo di carattere più tradizionale. Sono rivolte a famiglie.
Il canone, calcolato in funzione del proprio reddito, viene previsto decrescente in funzione del tempo di rinnovamento dell’iscrizione alla cooperativa: da rinnovi mensili (per abitanti temporanei), a annuali (abitanti semistabili), a pluriennali (abitanti permanenti). Tale distinzione garantisce un approccio progressivo per l’avvicinamento all’abitare cooperativo, oltre a privilegiare chi decide di adottare tale stile di vita come permanente. Il modello economico proposto, consultabile in tavola manifesto, consente di ottenere una riduzione del canone del 30-40% per i redditi mediani rispetto alla media di Padova nel caso di abitanti a lungo termine.



G03 - Abitare