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PD-4L7D8R

PD-4L7D8R

Il progetto cerca di risolvere le questioni poste dal bando con pochi e chiari gesti. L'economia di pensiero e di mezzi permette di concentrare gli sforzi sulla generosità degli spazi abitativi e collettivi.

La proposta si inserisce in alcune discussioni sulla manutenzione e trasformazione della città fisica, coerentemente con le nuove forme di organizzazione della convivenza, del lavoro, e delle conformazioni sociali delle città, oltre che al cambio di paradigma nei confronti del consumo di suolo e della materia energia.

L'obiettivo è quello di proporre un modo di abitare contemporaneo, configurando un sistema che si articola intorno ai tre concetti principali di prossimità, densità e diversità funzionale, al fine di generare un senso di appartenenza e comunità.



Tavole



G00 - Manifesto



T01 - Urbanità

Le città italiane nei prossimi trent’anni dovranno confrontarsi con una complessa agenda urbana, le cui tematiche principali sono già chiare e definite. La proposta di progetto, seppure nella sua scala limitata, cerca di dare una risposta spaziale a tre questioni urbane.

La prima è la manutenzione della città fisica, della sua massa edilizia residenziale, degli spazi pubblici e collettivi, e delle infrastrutture viarie – molte delle quali giunte alla fine del proprio ciclo di vita. Con un’attitudine critica al riuso è stato deciso di demolire due degli edifici esistenti: l’ampliamento dell’Asilo ai caduti – in maniera da recuperare il carattere di quest’ultimo –, e la manica lunga su via Adriatica – in pessimo stato di conservazione apparente –, di cui tuttavia è stata conservata la traccia per l’edificazione di un nuovo volume residenziale.
Il risultato di queste operazioni è la definizione di una figura urbana chiara a partire da un palinsesto di tracce, sovrascrizioni e figure urbane.

La seconda tematica affrontata è la necessaria trasformazione architettonica della città fisica, data dalle nuove forme di organizzazione della convivenza e del lavoro, e dalle nuove conformazioni sociali delle città, imposte dall’invecchiamento demografico, dai flussi migratori giovanili e dalla crescita del carattere multiculturale delle città.

Il riuso degli edifici esistenti, così come il nuovo volume residenziale, sono pensati in maniera da generare spazialità aperte e inclusive, con l’obiettivo di accogliere la più ampia varietà di caratteri sociali, culturali, d’età e di reddito. La mixité tra residenze di varia metratura e organizzazione tridimensionale e spazi comuni, servizi, laboratori e atelier, generano una certa intensità urbana e favoriscono l’insediamento di una comunità intergenerazionale e pluriculturale.

Il terzo tema è la consapevolezza dell’inevitabilità di un cambio di paradigma nel rapporto tra città e consumo di suolo, di risorse naturali ed energia, inteso come un sincero e reale approccio sostenibile, che si traduce nel riciclo e riuso di materiali ed elementi costruttivi generati dalle demolizioni, nel privilegiare soluzioni passive, morfologia, disposizione e dimensione aperture, materiali, in modo da minimizzare la domanda energetica nelle diverse stagioni, in rapporto al microclima del giardino, e nel uso ormai consueto di fonti rinnovabili.



G01 - Urbanità



T02 - Città pubblica/privata

Il progetto risponde necessariamente alle condizioni fisiche del contesto, con particolare attenzione alla protezione dal trafficato asse viario della via Adriatica e alla relazione morfologica con la Chiesa. La disposizione delle volumetrie, preesistenti e in progetto, definisce due vuoti che si configurano come gli spazi pubblici principali: la piazza e il giardino.
Questi spazi pubblici si distinguono per la loro specifica conformazione fisica, che riflette due aspetti della vita urbana: il rigore celebrativo e la mineralità della piazza da un lato, e la disinvoltura e l'organicità vegetale del giardino dall'altro.

L'obiettivo della proposta è quello di generare un quartiere, inteso come milieu sociale e culturale prima che spaziale, che si articola intorno a tre concetti: la prossimità, la densità e la diversità funzionale, promuovendo la mixité degli usi. Questi concetti impiegati implicano una preliminare ridefinizione di certe categorie tradizionali e una maggiore integrazione tra le diverse destinazioni d'uso.

Gli ambienti destinati ai servizi non sono concepiti per ospitare funzioni specifiche, ma piuttosto per consentire una varietà di usi e opportunità di libere appropriazioni in base alle esigenze degli abitanti: luoghi di lavoro collettivo, atelier e laboratori, spazi per l’educazione intergenerazionale per residenti anziani e bambini, centri per il culto, cucine comuni dove trovare occasioni di coesione e condivisione. Ciascuno degli spazi trae il suo carattere esclusivamente dalle proprie caratteristiche spaziali e dalla condizione urbana e relazionale con gli altri luoghi.

In questo senso un’attenzione particolare è posta sul tema dell'intimità, intesa come filtro tra la sfera pubblica e la vita privata, affinché la mixité funzionale non comprometta il diritto degli abitanti alla propria privacy. Sono stati integrati dispositivi architettonici e spaziali che favoriscono connessioni volontarie e discrezione: la circolazione all'interno degli edifici che costituiscono il quartiere è concepita come un percorso rituale, caratterizzato da una progressiva riduzione dell'apertura degli spazi, che va dalla strada, al giardino, agli spazi collettivi, alle unità abitative, generando un senso di appartenenza e di comunità.



G02 - Città pubblica/privata



T03 - Abitare

L’economia di pensiero – risolvere le questioni di progetto con pochi e chiari gesti – e l’economia di mezzi dei principi costruttivi – sistemi prefabbricati ed elementi metallici assemblabili a secco –, permettono di investire risorse nella generosità degli spazi interni.

La tettonica scelta per il nuovo edificio dedicato alle residenze permette infatti la massima flessibilità orizzontale e verticale: l’ordito di profili metallici consente di razionalizzare la struttura con pochi elementi fissi e permettere l’aggancio dei solai a diverse altezze. Ciascuno degli appartamenti è sviluppato seguendo un raumplan verticale su più livelli, intorno ad un soggiorno alto 3.70 metri che collega le varie quote e si affaccia sul giardino. Le partizioni interne sono pensate a secco, in maniera da garantire una certa flessibilità e adattabilità nel tempo. Sulla traccia della manica lunga demolita, si imposta uno schermo che ripara il sistema dei ballatoi del nuovo edificio dal traffico. Questo gesto genera una spazialità verticale che funge da patio per gli appartamenti e rende i ballatoi uno spazio do estensione della sfera privata.

Negli edifici esistenti i solai sono stati riorganizzati, mantenendo volume e prospetti, che sono stati puntualmente forati attraverso cerchiature metalliche a formare nuove aperture e logge. Nuove connessioni interne ed esterne collegano le residenze ai nuclei scale del nuovo edificio e al sistema di ballatoi, risolvendo di fatto la circolazione che diventa continua in tutto il sistema.

Negli edifici esistenti e al piano rialzato del nuovo edificio sono previsti appartamenti accessibili disposti su un unico livello, a sottolineare l’inclusività e la mixité socioeconomica dell’intervento. La disposizione delle residenze e degli spazi dedicati a servizi e altre attività è pensata in maniera da aprire anche a nuove modalità di vivere e lavorare, in connessione con laboratori e atelier.

Le tipologie abitative, per massimizzare le soluzioni passive di funzionamento dell’edificio, sono passanti e permettono la ventilazione incrociata degli ambienti. La facciata verso sud del nuovo edificio, vetrata e priva di sporti, gode del microclima vegetale e viene protetta dalle alberature del giardino: in estate le fronde fanno ombra alle finestre, mentre in inverno la perdita del fogliame permette l’irraggiamento diretto e un buon apporto solare.



G03 - Abitare